In un altro articolo di questo blog (“La percezione del sapore”) ho già accennato al fatto che la percezione del sapore viene ormai considerata un’esperienza multisensoriale. Ognuno dei cinque sensi ha un ruolo nell’influenzare ciò che mangiamo, quanto mangiamo e che sapore percepiamo.
In questo nuovo articolo parleremo più nello specifico del ruolo dell’udito.
Anche se non ne siamo consapevoli, il rumore del cibo che mastichiamo, quello della confezione che scartiamo, della macchina che ci prepara qualcosa e persino la musica di sottofondo, sono tutti stimoli che hanno il potere di influenzarci.
Sappiamo che alcuni cibi sono croccanti per natura: cracker, biscotti e patatine, per esempio. I primi esperimenti di psicologia in questo campo hanno provato a vedere cosa succede quando questo rumore viene modificato.
In uno studio i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di mordere (e non mangiare, purtroppo) ben 180 patatine ognuno. Durante ogni morso le persone indossavano delle cuffie, e potevano sentire il rumore reale della patatina, oppure venivano aumentate o diminuite la frequenza e l’intensità di quel rumore. Quello che è emerso, è che le patatine venivano giudicate più buone quando il suono veniva amplificato.
Successivamente sono stati presi in considerazione anche cibi più umidi come frutta e verdura, e bevande: sedani, carote, mele, ma anche spumanti e birra. Anche in questi casi se il suono del morso (spumanti e birra non vengono morsi!!!!!)viene amplificato i cibi vengono considerati più croccanti e più “freschi”, quindi di maggiore qualità.
Una cosa simile accade con le bibite gassate in generale: se viene amplificato il rumore delle bollicine quando stappiamo la bottiglia, la bibita ci sembrerà più frizzante e quindi più buona, e il botto dello spumante a capodanno è obbligatorio.
Solo Nei primi anni 2000, a queste ricerche si è aggiunto il contributo della neurofisiologia, delle neuroscienze e di studi psicofisici condotti in laboratorio, si è che hanno sottolineato la natura multisensoriale della percezione.
Considerando i risultati di queste ricerche, non è strano che le grandi multinazionali abbiano guardato con interesse a questo nuovo tipo di i studi approccio, mettendo a disposizione risorse economiche o affidandosi ad alcuni studiosi per individuare quali delle caratteristiche dei loro prodotti migliorare o accentuare per aumentare nel consumatore le percezioni positive .
Di conseguenza, sempre più ricerche sono state svolte con l’obiettivo di intensificare la naturale croccantezza dei cibi (vi piacciono ancora i cereali quando diventano morbidi nel latte?), e le pubblicità hanno iniziato a fare leva anche su questi aspetti.
Dopo aver indagato in che modo il suono del cibo influenza la nostra percezione del sapore, le ricerche si sono allargate ad altri aspetti e hanno messo in evidenza che anche il suono della confezione ha il potere di creare particolari aspettative su ciò che andremo a mangiare. Questo effetto è stato collegato non tanto alla natura multisensoriale della percezione, ma più che altro a un apprendimento per associazione. Con gli anni è come se avessimo imparato ad associare, per esempio, il rumore del sacchetto delle patatine a un particolare sapore e a particolari caratteristiche del prodotto, ma questo non vale solo per l’udito. Quando vediamo delle un sacchetto di patatine in carta ci aspettiamo un certo tipo di prodotto (quale?); quando la confezione è in plastica, ci creiamo aspettative diverse, magari di patatine più classiche e meno rustiche. non capisco bene cosa intendi in questo passaggio
Lo stesso principio vale anche quando siamo davanti a una macchina che ci sta preparando un cibo o una bevanda. Per esempio, alcuni studi hanno evidenziato che il caffè viene percepito più buono dopo aver ascoltato il rumore di una macchina per espresso come quella di un bar.
Nella nostra vita abbiamo imparato ad aspettarci cibi di maggiore o minore qualità in base anche al suono che sentiamo mentre quei cibi (o bevande) vengono preparati.
Anche se non ce lo aspettiamo, sono state condotte svariate ricerche ha molta importanza in questo senso anche l’ambiente in cui assaggiamo un determinato cibo e i rumori come anche sulla musica di sottofondo.
Pensate che gli studi hanno indagato l’intensità migliore della musica, il genere, addirittura il numero di battiti al minuto più adatto! Queste cose ne possono influenzare altre: tutto questo può decisamente influenzare quello che scegliamo di bere e mangiare, quanto restiamo in un posto, quanto tempo ci mettiamo per pagare quando abbiamo finito di mangiare, cosa compriamo al supermercato… Per esempio, la musica classica è più adatta quando compriamo del vino, e se ascoltiamo musica classica francese ( domanda: io che sono una persona comune, come faccio a distinguere se la musica classica che sto ascoltando è francese, italiana o tedesca? farei un esempio diverso e più intuitivo) potremmo essere più orientati verso i vini francesi. Questo è forse dovuto a un fatto di attenzione. Quello che sentiamo in sottofondo può orientare la nostra attenzione su caratteristiche che cibi e bevande hanno in comune con la musica e, di conseguenza, queste caratteristiche ci sembreranno predominanti.
Credo che questi ultimi 15 secondi di pubblicità valgano più di mille parole: